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Il volume è dedicato all'istituto del giuramento de veritate dicenda deferito agli imputati all'inizio del proprio esame di fronte al giudice, una delle spie del passaggio, nel basso Medioevo, da un ordine processuale "isonomico" ad uno "asimmetrico". Dopo aver indagato i motivi e ripercorsole tappe attraverso cui il giuramento de veritate affiorò e si affermò all'interno del processo criminale in Europa, ci si concentra specialmente sul dibattito che attorno ad esso si accese in età moderna tra moralisti e giuristi e che condusse infine alla sua cancellazione, avvenuta quasi ovunque ben prima del crollo dell'Antico Regime. Una parentesi è dedicata all'esperienza giuridica di common law.